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Bestemmiare: reato o diritto?


Un rapporto compilato dalla United States Commission on International Religious Freedom ha guardato alla severità relativa delle leggi contro la blasfemia nel mondo, classificando i Paesi che maggiormente deviano dagli standard internazionali sui diritti umani per punire i trasgressori del rispetto dovuto alla religione della maggioranza della popolazione.

Sono 72 i Paesi nel mondo che puniscono i bestemmiatori. Molti altri Paesi, per esempio quelli ex comunisti ad eccezione dell’ortodossa Russia e della cattolica Polonia, hanno un atteggiamento relativamente rilassato al problema. La calvinista Olanda ha deciso di eliminare dal codice penale il reato di blasfemia nel 2012, mentre la luterana Danimarca lo ha fatto nel giugno di quest’anno.

Le Nazioni Unite raccomandano l’abrogazione delle leggi che puniscono parole e atti blasfemi in quanto in contraddizione con la libertà di espressione e di religione individuale, oltre che con il diritto internazionale. Il caso dei macellatori musulmani linciati nell’India di oggi e le leggi recentemente introdotte per difendere la sacralità bovina cara gli indù sono un esempio di bruciante attualità riguardo alla non desiderabilità di punire le persone sulla base di precetti religiosi.

Italia e Irlanda viaggiano in direzione contraria alle altre democrazie europee: invece di togliere le leggi che mettono all’indice blasfemità e bestemmie, le inaspriscono. I discendenti di San Patrizio hanno introdotto una legge apposita il 1° gennaio 2010 che punisce gli insulti alla Cristianità, sulla base del fatto che la Costituzione contiene una disposizione, l’Articolo 40, che dice che i blasfemi devono essere puniti dalla legge. Il commediante inglese Stephen Fry è stato indagato nel 2017 per una tirata alla TV irlandese contro l’esistenza di Dio, il quale sarebbe altrimenti inconcepibilmente disinteressato al male e alla malvagità del mondo. Nell’imbarazzo generale, il governo irlandese ha poi deciso di lasciar cadere l’inchiesta.

Il rapporto della commissione statunitense stigmatizza l’Italia non solo per avere un articolo del Codice Penale (il 724, di derivazione fascista) secondo cui “Chiunque pubblicamente bestemmia, con invettive o parole oltraggiose, contro la Divinità è punito con la sanzione amministrativa pecuniaria da cinquantuno euro a trecentonove euro”, ma soprattutto per essere praticamente sola fra le grandi democrazie occidentali ad avere tribunali che hanno condannato un cittadino per blasfemia.

ALBI asbl

 

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